La Stalla Sociale di Monastier nasce nel dicembre 1969, convinti che solo mettendo insieme le forze, un gruppo di piccoli agricoltori avrebbe potuto creare prospettive concrete per il lavoro in agricoltura. La firma dell’atto di costituzione avviene nella cucina dei fratelli Florian, in via Giacomelli 5, davanti al notaio Silvano Girardi. I soci fondatori sono: Italo Florian, Antonio Amadio, Roberto Tessari, Antonio Saviane, Mario Bortoluzzi, Giorgio Da Ros, Sergio Florian, Aldo Amadio, Silvio Florian, Mario Bonan, Ernesto Bortoluzzi, Silvio Daniel e Guido Florian.
La Stalla Sociale nasce come ideale prosecuzione della cooperativa macchine San Valentino, fondata in paese nell’immediato dopoguerra, nel 1956, quando il problema principale in agricoltura era la meccanizzazione.
Risolta quella questione, i soci della San Valentino cominciarono a ragionare sulla gestione delle stalle, che erano per lo più piccole e ormai antieconomiche.
Come dare un futuro alle tante famiglie contadine, che non avevano nessuna intenzione di lasciare la terra?
L’aiuto principale, come già per la nascita della San Valentino, arrivò dal Cecat (Centro per l’educazione e la cooperazione agricola trevigiana) di Castelfranco Veneto,
di cui l’ispiratore fu l’on. Domenico Sartor, uomo di cultura, convinto che il riscatto e lo sviluppo del mondo rurale poteva partire solo dalle persone. Per lui, in tempi non sospetti, la formazione continua era il concettochiave.
Lo aiutavano in questa opera di divulgazione i professori e tecnici della scuola agraria di Castelfranco.
Anni Settanta: la fase pionieristica
I primi anni della cooperativa, furono frenetici: si partiva dal nulla, c’era tutto da inventare. Il presidente sino al 1976 fu Italo Florian.
Nel 1970 si iniziò l’edificazione dell’allevamento, con la costruzione di una prima stalla, la A, grazie al prestito di 10 milioni di lire, concesso a tassa ordinario dall’allora Cassa Rurale ed Artigiana di Monastier. Poi si proseguì velocemente con l’ampliamento della stalla A; quindi, nel 1973, si costruì la stalla B, anche questa in due tranche. Infine, nel 1977, ci fu un grosso intervento con la costruzione di due moderne stalle in grigliato (la C e la D); di un capannone con officina; di un edificio con uffici, sala riunioni e abitazione del custode.
Parte dei lavori furono finanziati grazie all’Esav (Ente per lo sviluppo agricolo veneto); alla cerimonia d’inaugurazione intervenne anche l’on. Tina Anselmi, all’epoca ministro del Lavoro.
Questi sono gli anni in cui la cooperativa faceva tanta formazione, visite di studio ed ospitava molti studenti. In questo stesso periodo sperimentò molteplici progetti, in sèguito abbandonati: la gestione per cinque anni di una malga nel comune di Miane (Treviso); lo svezzamento di vitelli da latte; nel 1975 l’apertura di uno spaccio aziendale per la vendita diretta della carne, a Pralongo di Monastier. Infine, la Stalla Sociale fu tra i soci fondatori del CoZoVe (Consorzio Zootecnico Veneto).
Anni Ottanta e Novanta: sviluppo e consolidamento
Il presidente di questo periodo fu Antonio Amadio (in carica dal 1976 al 1997).
La peculiarità degli anni Ottanta e Novanta fu l’innovazione tecnologica, che investì ogni aspetto della gestione aziendale: dai personal computer in ufficio, ai carri miscelatori distributori con centralina elettronica incorporata. Anche per la lavorazione dei campi, si cominciarono ad usare macchine sempre più evolute.
Per quanto riguarda l’allevamento, si fece uno sforzo enorme nella ricerca delle razze migliori (ungheresi, polacche, slave, belghe, irlandesi), ma alla fine ci si concentrò sulle francesi, che i soci della Stalla di Monastier andavano a scegliere direttamente Oltralpe.
Nel 1983 cominciò la lunga serie dei viaggi sociali, con la prima visita in Francia. Nel 1989 la cooperativa festeggiò in grande stile i vent’anni di attività, con una cerimonia alla quale parteciparono anche l’allora ministro dei Trasporti Carlo Bernini e il vescovo di Treviso, mons. Antonio Mistrorigo.
Per l’occasione, la cooperativa incaricò il socio Roberto Tessari di scrivere il libro “Vent’anni assieme”.
Il socio Sergio Florian dal 1990 al 1993 fu presidente del CoZoVe.
A livello di investimenti, a metà anni Novanta venne costruito il mangimificio e più tardi la copertura della fossa del letame.
Anni Duemila: il sogno del biogas
Dal 1997 al 2009 il presidente è Sergio Florian.
Il 2000 cominciò con una crisi profonda, che rischiò di mettere a repentaglio l’esistenza stessa della cooperativa, in merito al fenomeno della cosiddetta ‘mucca pazza’ (la BSE, encefalopatia spongiforme bovina).
Una malattia che, oltre a indurre l’Unione Europea all’emissione di divieti restrittivi in merito all’alimentazione, fece letteralmente crollare le vendite di carne rossa. La Stalla Sociale decise all’unanimità di continuare l’attività, pur rischiando, e il tempo le diede ragione.
Altre crisi, seppure più lievi, furono legate alla diffusione dell’afta epizootica e della ‘lingua blu’.
La direttiva europea 1991 sui nitrati, relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole e zootecniche, in anni più recenti ha spinto la cooperativa di Monastier ad ampliare l’estensione dei terreni lavorati, sui quali spargere il letame.
Nel 2006 è stata rifatta completamente la stalla B.
In questo periodo la compagine sociale ha cominciato ad interrogarsi sugli sviluppi possibili nel settore zootecnico, sempre meno redditizio, e nel 2005 ha cominciato un percorso che ha portato alla realizzazione di un impianto di biogas, attivo da febbraio 2010.
Infine, si è incentivato l’allargamento della base sociale con l’ingresso di giovani agricoltori.
L’organizzazione e il metodo di conduzione del lavoro
All’interno della Stalla Sociale di Monastier lavorano esclusivamente soci, ad eccezione del ragioniere, di un giovane dipendente laureato e di alcune figure di supporto.
Nei primi anni di attività, le riunioni erano settimanali, poiché parecchie erano le decisioni da prendere. Poi, mano a mano che le procedure hanno preso un assetto definitivo, anche gli incontri hanno assunto una regolarità meno frequente.
Tutte le attività della cooperativa sono soggette ad un attento controllo di gestione, con bugdet previsionali e bilancini trimestrali, per avere sotto controllo l’andamento aziendale.
Una caratteristica della Stalla Sociale di Monastier, che agli inizi ha portato anche alla fuoriuscita di alcuni soci contrari al metodo, è la conduzione associata dei terreni (esclusi quelli piantumati a vitigno), che consiste nell’affidare direttamente alla cooperativa la gestione del terreno, anziché coltivarlo ciascun socio per conto proprio.
Altro aspetto tipico della cooperativa è l’autoresponsabilità dei singoli e l’organizzazione del lavoro, suddiviso per gruppi (terra, alimentazione, sanitario, manutenzioni ed officina, commerciale), di modo che ciascuno ha un ruolo definito e deve rispondere alla compagine sociale per il proprio operato.
Dal 2016 sono stati aggiunti 21 ettari di vigneto.